Domenica a pranzo con Giletti: la mistificazione è servita

Il conduttore piemontese dedica parte della sua trasmissione “L’Arena” ai recenti avvenimenti legati al convegno di Salvini a Napoli, deliziandoci come sempre la domenica con una buona dose di stereotipi, argomentazioni fuorvianti, falsi miti, nel buon nome del suo “giornalismo d’assalto”.

Una bella e soleggiata giornata primaverile, un succulento pranzo domenicale, la partita Napoli-Crotone. Tutto scorre liscio fino a quando avviene quel piccolo gesto, il quale si rivelerà un errore madornale.

Il telecomando e quel zapping distratto ti condannano a Massimo Giletti e la sua trasmissione “L’Arena“. Arriva, inevitabilmente, l’indigesto “dessert“, condito da mistificazione della realtà, granelli di piccoli e strategici complimenti e un breve intervento chiarificatore, abilmente represso per timore di una scomoda verità.

Il canovaccio da seguire è il solito: si utilizza la manifestazione contro Salvini e le recenti polemiche legate alla prima pagina del giornale Libero, quel famoso “piagnisteo napoletano“, per sferrare un duro attacco al sindaco “anarchico” Luigi De Magistris, a un corteo composto solo da deliquenti, a un popolo che non si ribella alla camorra e tutta una serie di luoghi comuni, prodotti ormai tipici della televisione di “Stato“.

La senatrice del Movimento 5 stelle Barbara Lezzi, contrariamente alla giornalista “napoletana” Myrta Merlino, inizia a sottolineare le continue menzogne propinate al Sud da parte degli ultimi governi, un silenzio imbarazzante regna in studio ma il diritto di replica di un farneticante Stefano Esposito, senatore del Pd di Moncalieri, e uno scandaloso “La sta prendendo alla larga” del caro Giletti interrompono il tentativo di contrasto della politica grillina.

Seguono una serie di strategiche lusinghe del presentatore alla città partenopea, l’intervento, puntuale e deciso, degli edicolanti napoletani che si rifiutarono di vendere le copie del quotidiano “Libero”, l’obiettivo balordo del direttore Pietro Senaldi di difendere quel titolo indecente, scomodando persino il mitico De Andrè, il tutto banalizzato e giustificato da termini come “semplice provocazione“, “dissacrante ironia” e altre vomitevoli espressioni.

Giunge poi il momento tanto atteso, l’arrivo del professore Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Borbonico. In maniera intelligente, l’intellettuale partenopeo dribbla le continue provocazioni e inizia una lucida analisi sul divario tra Nord e Sud, sulla deplorevole condotta dei mass- media nazionali, sulla massiccia emigrazione dei giovani e valenti meridionali dai nostri territori.

Massimo Giletti impietrisce, in parte arranca, di nuovo silenzio in studio. Arriva anche ad ammettere quasi come Napoli, rispetto a casi di cronaca riscontrati in altre zone della penisola, “renda” di più. Ci prova Klaus Davi ad attaccare l’ospite scomodo, ma nulla. La questione si fa seria: promettendo un maggiore spazio nelle prossime puntate, il conduttore lancia un servizio su Bolzano con quella che sembra quasi una barzelletta: “Dobbiamo anche parlare del profondo Nord”.

Il dessert è servito, con l’ingenua speranza che nelle prossime puntate venga dato risalto a quegli argomenti. Sarà davvero cosi? Ai posteri l’ardua sentenza o, per meglio dire, la triste certezza..

Antonio Barnabà

Laureato in Storia, sua grande passione fin da bambino, e’ costantemente attratto dalla ricchezza del patrimonio storico-culturale della sua terra, per il quale continua a credere in una futura, piena valorizzazione. Fondatore del IlVaporetto.com, accoglie con ambizione l’unione con Identita’ Insorgenti, nel segno di una narrazione del Sud scevra dagli stereotipi perpetrati dai mass-media nazionali.