Riccardo Muti: “Stanco dell’immagine falsata di Napoli”

Presente in veste di curatore per l’inaugurazione della mostra “Carta Bianca” al museo di Capodimonte, il celebre direttore d’orchestra Riccardo Muti si è soffermato sul racconto parziale e sbagliato di Napoli nel mondo, elogiando le tante potenzialità inespresse e sconosciute in ambito internazionale.

Basta con gli stereotipi, con i luoghi comuni, con le analisi superficiali, o per meglio dire, consapevolmente parziali e denigratorie su Napoli. Il mondo deve sapere di più, deve capire (nella sua intrigante complessità) cosa significa davvero la città partenopea, non solo per i suoi abitanti, ma soprattutto per chi davvero la sa accogliere dentro di sè.

A lanciare questo semplice ma efficace messaggio è un napoletano d’eccezione: Riccardo Muti. Nel suo lungo intervento alla mostra “Carta Bianca” presso il museo di Capodimonte, il maestro ha infatti dichiarato: “Sono stanco dell’immagine falsata di Napoli, si parla solo della delinquenza, anche se ci sono città dove la criminalità fa molte più vittime. Una immagine che oscura la sostanza vera della città. Della grandezza della Napoli della cultura il mondo non sa niente.

Certo, sono contento del riconoscimento della pizza da parte dell’Unesco, anzi dell’arte dei pizzaiuoli napoletani, ma il mondo deve sapere che abbiamo un centro storico che non teme confronti, dove sono concentrati il Museo Archeologico, il Conservatorio di San Pietro a Maiella, i Gerolamini, e tanto altro.

Per non parlare della scuola musicale napoletana, e anche di questo nessuno sa nulla. Paisiello era il preferito da Napoleone, Cimarosa fu chiamato a San Pietroburgo, senza dimenticare Scarlatti”.

Una tale “sponsorizzazione non ha bisogno di altre parole..

Antonio Barnabà

Laureato in Storia, sua grande passione fin da bambino, e’ costantemente attratto dalla ricchezza del patrimonio storico-culturale della sua terra, per il quale continua a credere in una futura, piena valorizzazione. Fondatore del IlVaporetto.com, accoglie con ambizione l’unione con Identita’ Insorgenti, nel segno di una narrazione del Sud scevra dagli stereotipi perpetrati dai mass-media nazionali.