Grand Tour – Cappella di Sansevero

“…osserva con occhi attenti e con venerazione le urne degli eroi onuste di gloria e contempla con meraviglia il pregevole ossequio all’opera divina e i sepolcri dei defunti, e quando avrai reso gli onori dovuti profondamente rifletti e allontanati.”

-Effige riposta sull’entrata laterale della Cappella Sansevero-

Attraversando la soglia della Cappella San Severo ci addentriamo nella Napoli esoterica, quella mistica e colta al tempo stesso, capace di suscitare lo stupore e l’ammirazione dei turisti di tutto il mondo e di trasportarli nel misterioso mondo del Principe di Sansevero.  Questa straordinaria chiesa sconsacrata nasce nel centro storico della città, circondata da una quantità smisurata di punti d’interesse: da Napoli Sotterranea alla chiesa di San Domenico Maggiore, dal complesso di San Lorenzo Maggiore a via San Gregorio Armeno. Il cuore pulsante di Napoli, un cuore che batte ininterrottamente da quasi trenta secoli.

Luogo di culto e  tempio della massoneria settecentesca napoletana, la Cappella di Sansevero riflette l’indole innovatrice del suo ideatore, quel Raimondo di Sangro principe di Sansevero, alchimista, anatomista e inventore capace di sbalordire finanche il Re Carlo di Borbone al punto che il sovrano lo rese partecipe della vita di corte. Un uomo che aveva un’influenza tale da potersi permettere il lusso di indossare il cappello anche dinanzi al Re. Era il 1744 quando lo stravagante Principe commissionò il restauro della chiesa di Santa Maria della Pietà, oggi conosciuta come Cappella Sansevero, un prodigio di architettura barocca napoletana ma soprattutto lo scrigno di tesori dal valore inestimabile, un tempio traboccante di capolavori unici al mondo e che Napoli custodisce con fierezza.

Raimondo di Sangro riunì i maggiori artisti del tempo e sotto la sua influenza mistica li spronò a realizzare i loro capolavori assoluti: meraviglie come La Pudicizia di Antonio Corradini e Il Disinganno di Francesco Queirolo oltre alle Macchine Anatomiche, frutto di una particolare sperimentazione del Principe ‘mago’, decorano e magnificano le sale della cappella di famiglia. Ma l’opera più famosa, quella capace di far emergere finanche dubbi sulla sua realizzazione, per molti ancor oggi un mistero, è il capolavoro di Giuseppe Sanmartino, quel Cristo Velato celebre in tutto il mondo, un’opera capace di tramortire i sensi e suscitare emozioni  irripetibili.

E solo allora, dopo aver ammirato i tesori di Sansevero, capirete appieno il significato di quell’effige.

Apertura e orario visite:                                         

Giorni feriali: dalle 9,30 alle 18,30;

Giorni festivi: dalle 9,30 alle 14,00;

Chiuso il martedì.                                                      

Ultimo ingresso consentito 20 minuti prima  della   chiusura.

Prezzi: 

Biglietto ordinario: 7 euro;  Artecard: 5 euro; convenzione Alitalia: 5 euro; ragazzi da 10 a 25 anni: 5 euro; scuole: 2 euro; minori: gratis.

Come arrivarci:                                                                                                                                                            

Dalla stazione linea 1 fermata Università, R2, taxi; dall’aeroporto taxi.

Per maggiori informazioni: http://www.museosansevero.it/it/

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Antonio Corradini

Giornalista pubblicista e caporedattore di Identità Insorgenti. Diplomato all’istituto tecnico A.Volta, dopo due anni alla facoltà di Fisica della Federico II si trasferisce al Nord nel 2008 per lavoro. Durante la sua decennale condizione di migrante si avvicina al mondo meridionalista e alle tematiche del Sud fondando la testata online IlVaporetto.com, continuando, anche da lontano, a coltivare il suo amore viscerale e incondizionato verso la città di Napoli. Appassionato di storia antica, di mitologia, di arte, di scienze e collezionista zelante di libri, musica e film. Avverso ad ogni forma di discriminazione, attivista, ambientalista, strenuo difensore dell’identità partenopea e strenuo sostenitore dell’associazionismo dal basso, collabora con una fitta rete di realtà del territorio allo scopo di valorizzare e salvaguardare l’immenso patrimonio culturale partenopeo.